Ritornare a essere orgogliosi della nostra terra

Disoccupazione ai vertici della classifica europea. Poco più di un quarto dei laureati trova lavoro. Emigrazione giovanile senza precedenti e età media della popolazione in forte salita. Sempre più anziani e meno lavoro. Chi parte tende a scegliere di non tornare più. La classe politica calabrese, che per anni si è alternata nella guida della regione, non potrà che continuare a conservare lo stato delle cose. Destra e sinistra, in Calabria, nella perfetta alternanza hanno sempre fatto fronte comune. Si presentano alle elezioni ispirati da convinto rinnovamento per poi sistematicamente deludere. Gli stessi slogan che si ripetono da quarant’anni. Se da un lato mettiamo la visione senza futuro dall’altra parte c’è un’opportunità concreta. Qual è la soluzione se non quella di voltare pagina?

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Il territorio come risorsa da valorizzare

No ad una politica fatta di ostacoli e contro il cittadino. Non è tollerabile che il susseguirsi di promesse elettorali sul territorio dell’alto tirreno cosentino che restano invase dalla Regione. Se da un lato la Regione si è nascosta dietro un dito, ovvero il commissario ad acta per la sanità sulla questione dell’ospedale di Praia a Mare, dall’altro resta assente un programma regionale per il crescente bisogno di infrastrutture e miglioramento della rete dei trasporti per un’area turisticamente trainante che è l’alto tirreno cosentino. Sempre più spesso, solo le iniziative dei cittadini sono riuscite a dare soluzioni ad annosi problemi sostituendosi di fatto all’insensibilità dell’amministrazione regionale. Il mio impegno politico resta chiaro ed è verso la valorizzazione del territorio incentivando l’educazione alla salvaguardia ambientale e alla pratica di tutte quelle attività ecocompatibili che sono oggetto di una forte domanda europea nella scelta delle destinazioni turistiche. Viviamo in un concentrato di risorse culturali, paesaggistiche, naturali e sportive che rendono questo territorio, questa regione, invidiabile da tutto il mondo. Oltre 10 milioni di europei scelgono la meta delle proprie vacanze in base alla possibilità di praticare sport leggeri come il trekking in luoghi naturalmente validi e che possano offrire un valore storico culturale. A mio avviso, il nostro territorio, resta sempre al palo per l’incapacità di creare relazioni e sinergie per far sì, che una millenaria storia regionale, di risorse agroalimentari uniche, peculiarità ambientali e le tradizioni possano divenire un indiscutibile offerta turistica in Europa e nel mondo. Tutto resta sempre concepito in modo disorganizzato e finisce sempre con il promuovere un aspetto a discapito di un altro. Il vero potenziale della nostra terra è, di fatto, l’insieme di tanti elementi e attrattori turistici che nel loro piccolo creano reddito ma potrebbero rappresentare, non il fanalino di coda nazionale, ma i veri trascinatori dell’industria turistica calabrese.

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Prove tecniche di disinformazione

E’ un po’ che manco dal mio blog. Il motivo principale e che ormai non credo più nella divulgazione del proprio pensiero per mezzo della scrittura. Beh, la colpa può benissimo risiedere in chi scrive (io) o benissimo risiedere in chi legge. Mi rincuoro nel far parte di coloro che fanno paerte di coloro che leggono molto…

Ecco il motivo di questo mio ritorno. Ve lo dico con il volto tirato dalla gioia per la mai che ho ricevuto da un visitatore di questo blog. Sembrerebbe che qualcuno mi abbia letto e abbia pensato di sviluppare un pensiero comune sulla questione siriana leggendoci a vicenda e commentando l’attualità e i risvolti politici.

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L’intelligenza collettiva, gli strumenti

L’intelligenza connettiva
Una riflessione sul concetto di Derrick de Kerckhove e sui limiti degli strumenti per l’interazione

Quanto affermato da De Keckhove, in merito all’intelligenza connettiva, è senza dubbio una tesi interessantissima. Intanto distinguiamo l’intelligenza collettiva osservata da Pierre Levy, poi ci soffermiamo sull’istantaneità dello scambio delle informazioni e della loro perdita di personificazione. Qui mi vorrei soffermare, prima di proseguire sulla questione della connettività, facendo una critica verso la proprietà intellettuale. Non possiamo tutelare la personificazione dell’informazione poiché questa, vista la digitalizzazione della stessa, è contemporaneamente disponibile. D’altronde sarebbe come se, in un dialogo tra amici, di volta in volta si chiedessero le royalties per l’utilizzo di un pensiero, definito da un membro del gruppo, per il concepimento di un idea, di un pensiero o regola utile. Pertanto, vista l’istantaneità dello scambio di sapere, dati, arte in digitale è praticamente inutile sprecare risorse per la loro tutela. Continua a leggere

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Il pantano Siria

Ovviamente la Siria non è un pantano. Per i militari, o i politici, un pantano è una situazione in cui le azioni non hanno più alcun effetto. La Siria è un pantano per le forze occidentali intervenute (Francia e Stati Uniti) e quelle arabe (Qatar e Arabia Saudita). Dal 2011, ma già da prima, sono state sostenute milizie irregolari anti Assad nel territorio siriano utilizzando il confine iracheno. Non è escluso, per via dei comuni obbiettivi, che lo Stato Islamico sia stato sostenuto militarmente ed economicamente da organizzazioni private che, grosso modo, sono le stesse che sostengono i “ribelli”.

Nelle ultime ore, l’affare siriano, sta prendendo una brutta piega e le attività militari diventano sempre più delle vere e proprie prese di posizione. Il pantano siriano, quindi, può diventare una brutta faccenda e, dalle prime avvisaglie, sembrerebbe che sia iniziato un braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia come non si vedeva dalla guerra fredda. A destabilizzare il gioco delle forze anti Assad, in Siira, sono arrivati i rifornimenti, i soldi e la tecnologia russa. E recentemente è arrivata la nuovissima e unica porta-aerei cinese proprio come monito di “buone intenzioni”.

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USA e Russia sulla questione siriana

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L’intervento Russo contro l’Isis in Sira
In una analisi dell’ex funzionario del Pentagono (Michael Maloof), durante un intervista telefonica per PressTV (presstv.ir), sarebbe emerso che gli Stati Uniti dovrebbero aprire ai rapporti diplomatici con Russia e Iran per la lotta contro il terrorismo. Non nega, dice sempre Maloof,  che la Russia stia facendo ciò che è più giusto, ovvero difendere il proprio porto sul mediterraneo e sostenere un proprio alleato. Sfortunatamente la tensione militare in Ucraina e il conflitto in Siria stanno notevolmente inasprendo i rapporti tra Russia e Stati Uniti. Washington accusa Mosca di aver orchestrato un “referendum illegittimo per l’annessione della Crimea” alimentando quindi i disordini in Ucraina orientale. Mosca, tuttavia, ha ripetutamente negato di avere un ruolo nel conflitto Ucraina, nonostante le accuse di Kiev ei suoi sostenitori occidentali. In Siria, la Russia starebbe fornendo assistenza al governo nella sua lotta contro i terroristi, mentre gli Stati Uniti insieme ad altre forze stia sponsorizzando figure dell’opposizione per rovesciare Assad. Continua a leggere

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Esistono sempre più di due soluzioni

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Per poter esprimere un giudizio adoperiamo uno dei due strumenti disponibili: un modo semplice che corrisponde all’utilizzo di ciò che già si conosce, ovvero gli strumenti che l’ambiente ci ha fornito e, come alternativa ce ne uno assai più dispendioso che corrisponde ad un elevato consumo di energia poiché bisogna riflettere, valutare l’attendibilità delle fonti, smascherare eventuali strumenti di persuasione utilizzati, ecc.. La società moderna, visto il sovraccarico informativo, non usa praticamente più il secondo percorso ad eccezione delle aree di competenza e quindi in situazioni decisionali professionali ma, per nostra sfortuna, anche qui le cose stanno cambiando. Nel primo caso non ci allontaniamo da quello che “dico/faccio a quello che dicono/fanno la maggioranza delle persone a meno che non vi sia un soggetto autorevole, stimato e di riferimento che ci indica quale decisione prendere o come indirizzare una nostra opinione. Continua a leggere

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Fuck the polis

Se ne dicono tante a proposito della linea politica di Tsipras e del GREXIT. In verità c’è su cui discutere e, come conseguenza, sarebbe facile da capire. Addirittura esistono video su youtube che parlano di “GREXIT for dummies” ma non dicono cosa c’è davvero in ballo.

In questo preciso istante un capo di un governo di uno Stato membro dell’unione europea ha intrapreso un percorso che non va verso l’uscita dall’unione europea e tanto meno verso l’uscita dall’euro bensì verso la rinegoziazione sul debito pubblico dello stato greco. Magari no. Magari è un contro-paccotto. Questo è anche un modo di giocare poco pulito, ma ho visto di peggio. Quest’uomo ha giocato una carta, quella del referendum, ottenendo di fatto del tempo e dimostrando di voler consolidare la propria posizione infatti Tsipras dice che “il referendum ci darà armi più forti per trovare un accordo”. Varoufakis, ministro dell’economia greco, non è affatto l’ultimo arrivato in materia economica. Continua a leggere

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Grexit

Il fallimento della politica come strumento dei popoli per l’amministrazione del bene comune si nota dall’attuale deriva della comunità europea. In prmis non possiamo non renderci conto di quanto la struttura amministrativa e finanziaria dell’Europa tenti di sovvertire il vero interesse, già espresso con il voto, del popolo greco. Diciamo che, con le buone, Moscovici & Co. Stanno cercando di mettere spalle al muro l’attuale governo greco. Ci riusciranno? Certamente. Non dimentichiamo l’Ucraina per pensare a qualcosa di estremo. Continua a leggere

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Torniamo ad essere una comunità

50 anni, muratore da una vita. Quando va bene, in una settimana, porta a casa cento euro frutto di lavoretti presso amici e parenti. Ha tre figli, il più grande ha appena preso il diploma e vorrebbe continuare gli studi. Ciò non sarebbe stato un problema se ci fosse uno stipendio o un sostegno stabile all’economia della famiglia. Anche la bolletta della luce è un problema serio e, a volte quasi insormontabile. La vecchia panda, che si usa anche come furgoncino per andare a lavoro al cantiere, è parcheggiata da più di un mese perché è scaduta l’assicurazione. A volte, il mio caro amico, ha utilizzato lo stesso la panda andando a fare un intervento presso un cliente che aveva problemi con una grondaia. In quel momento ha pensato – peggio di così non può andare, me la sequestrassero pure l’auto -. Per fortuna è andata bene, la polizia non l’ha fermato, non ha avuto incidenti e con questo lavoretto ha potuto provvedere alla sua famiglia.

Questa è una storia come ce ne sono tante in Calabria. Probabilmente non tutti saranno muratori ma, operai, carpentieri o ex commercianti. In tutto questo c’è il dramma del quotidiano di uno di molti di noi. Storie sussurrate tra labbra sottili per nascondere la vergogna. Scelte rischiose come andare in giro con l’assicurazione dell’auto scaduta per poter sbarcare il lunario. Anche una fattura dell’enel di 60 euro spesso non viene pagata alla scadenza. Piccole Continua a leggere

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